::DUE DISCHI::
- Io non sono un eroe, io sono una persona normale: è Palermo che non è normale, è la Sicilia che non è normale. Io semplicemente non giro la testa dall'altra parte, non faccio finta di non vedere.
Si può fermare un uomo, ma la forza delle sue idee vive negli altri uomini
Dopo aver scoperto un traffico illecito di denaro, il capitano Emanuele Basile viene brutalmente ucciso da un mafioso.
E' il maggio 1980, bisogna dire basta a quest'ondata di criminalità che sconvolge la Sicilia e sotto la guida di Rocco Chinnici si costistuisce un pool, in cui spiccano le carismatiche presenze dello "sceriffo" Paolo Borsellino e del "ragioniere" Giovanni Falcone.
Sin dall'inizio sembra che tutte le energie spese per il lavoro nell'operazione diano buoni frutti, con i primi arresti ed il coinvolgimento dell'opinione pubblica, ma sul piano personale questi giovani giudici e le loro famiglie sono privati della libertà, seguiti costantemente dalla scorta, costretti a vivere nel terrore e nel disprezzo.
Sanno di essere dei "cadaveri che camminano", ma combatteranno con coraggio e con dedizione alla patria contro l'illegalità e l'omertà.
Eroi di oggi
Ora come ora, la televisione italiana è il regno delle fiction (e dei reality show), che molte volte ci propongono una realtà troppo stereotipata o forse esistente solo nei sogni delle gente. Ma "Paolo Borsellino" di Gianluca Maria Tavarelli, apparso su Canale 5 nel novembre 2004 diviso in due puntate, ha saputo sorprendere con il suo racconto degli ultimi 15 anni del giudice, un personaggio ormai mitizzato per quelle idee e quel coraggio capaci di dare una scossa importante alla Sicilia mafiosa e omertosa degli anni 80-90. Il regista segue le vicende sia private che professionali di Borsellino, dall'amore per la famiglia alla passione per il suo lavoro, dall'amicizia fraterna con Giovanni Falcone alla sua voglia di andare contro tutto e tutti pur di riportare la legalità nella sua terra: ne viene fuori un ritratto di tre ore e più abbastanza veritiero, supportato da una regia dal taglio spiccatamente cinematografico ed in grado di tenere sempre alto l'interesse, evitando cali di tensione con conseguente noia per lo spettatore. Certo, le scene di retorica non mancano (teniamo presente che non stiamo parlando di un documentario), però sono funzionali allo spettacolo e mai in eccesso di esasperazione. Contribuiscono ad innalzare la qualità dell'opera i filmati d'epoca, ben integrati al film grazie all'adattamento della fotografia. Infine è da sottolineare l'ottima prova degli attori, dal primo all'ultimo in perfetta sintonia col personaggio interpretato. Una spanna sopra Giorgio Tirabassi, logoro del poliziesco televisivo, assolutamente credibile nel dare forma (è straordinaria la somiglianza fisica col Borsellino reale) e tutto il resto per rappresentare un eroe dei giorni d'oggi, debole e forte, assai lontano dalle controparti hollywoodiane a cui siamo stati abituati.
Parla il regista
"Penso che il termine meno adatto per definire questo film su Paolo Borsellino sia fiction, forse perché la parola 'fiction' porta con sé un’ assonanza con la parola finzione, ci lascia una sensazione di qualche cosa che è stato inventato, qualcosa che non ha a che fare con la verità, che è finto. Mentre è importante che chi vedrà questo film sappia che quello che succede in questa storia è rigorosamente vero. Che non c’è nulla che sia stato inventato per cercare di emozionare gli spettatori o per accentuare l’eroismo dei protagonisti. Anche la parola eroismo ha un suono più da epopea di Omero che da vita quotidiana. E infatti l’eroismo di queste persone è un eroismo quotidiano, fatto di scelte quotidiane, di mogli, figlie e fidanzate che ti aspettano a casa e che non ti vedranno tornare. Persone che non torneranno a casa non perché 'eroi' ma perché artefici di scelte ben precise. Scelte che riguardano quello che è giusto fare. Scelte che ci parlano del coraggio di fare semplicemente il proprio dovere. Senza mezze misure, senza retromarce, senza ripensamenti. E di quanto tutto questo sia difficile e costoso.
Il coraggio di questi uomini non stava solo nel fatto di rischiare la propria vita, ma stava nella consapevolezza che un giorno la mafia li avrebbe uccisi. E a questo proposito è stupefacente il discorso che Borsellino scrive per la commemorazione del suo amico Giovanni: 'Giovanni Falcone aveva perfetta coscienza che la mafia un giorno lo avrebbe ucciso…' e quando parla del suo lavoro di giudice, in un’intervista con Lamberto Sposini, parla della certezza che tutto questo un giorno gli costerà caro.
Credo che fare questo film sia stata una delle esperienze più forti e formative della mia carriera, non è stato solo 'girare un film' da un punto di vista professionale, ma è stata un’esperienza che ha coinvolto direttamente la mia vita, che mi ha fatto riflettere anche su cose che non riguardavano direttamente e strettamente la mafia. Rivedere il materiale di repertorio, risentire i discorsi fatti da Borsellino e Falcone, rileggere i loro scritti o i loro interventi sui giornali è stata un’esperienza molto coinvolgente.
In qualche modo intendo questo film come una canzone d’amore, una canzone d’amore dedicata ai protagonisti di questa storia, a partire da Paolo Borsellino per arrivare ai personaggi più piccoli, quelli che per motivi narrativi, abbiamo potuto approfondire e raccontare di meno ma che non per questo sono meno grandi ai nostri occhi." - Gianluca Maria Taverelli
Tecnica
La differenza tra i prodotti televisivi e quelli cinematografici si va sempre più assottigliando: ne è una prova "Paolo Borsellino", che è stato girato come se fosse destinato al grande schermo. Il formato video usato, 1:77:1 anamorfico piuttosto che il classico 1.33:1 (4/3), ne è già un esempio. Le immagini sono ben ricreate, soprattutto grazie all'impostazione dei livelli di luminosità-contrasto che concedono una resa cromatica naturale. Purtroppo si nota un pò grana sui fondali e, durante le scene poco illuminate, sull'intero quadro. La visione è comunque gradevole, priva di quei difetti che farebbero gridare allo scandalo.
Piacevole il sonoro che sfrutta il multicanale: il fronte centrale riproduce dialoghi perfettamente intelligibili, mentre il resto è sfruttato per gli effetti in modo efficace.
Extra
"Paolo Borsellino" è stato distribuito da Universal in due edizioni, una a disco singolo (solo film) ed una a due dischi. In quest'ultima, è il secondo dvd a contenere gli extra, ben curati ed interessanti per capire meglio chi era il Borsellino reale con contributi filmati dei telegiornali dell'epoca.
- Intervista di Lamberto Sposini a Paolo Borsellino
- "La strage di Capaci"
- "La strage di Via D'Amelio"
- Intervista a Umberto Lucentini
- Dietro le quinte
- Scene eliminate
- Biografia di Paolo Borsellino
Per concludere...
Un racconto vero e rispettoso, ma anche intriso di quella suspence in grado di tenerci incollati allo schermo, che segue da vicino sia le vicende private che pubbliche di un personaggio recente che ha cambiato la storia. Infatti, le tre ore e più passano "liscie come l'olio" coinvolgendo piuttosto che annoiare. Per quanto riguarda il dvd, soddisfano gli extra mentre c'è da accontentarsi per quanto riguarda la tecnica, soprattutto sul versante visivo.