La compagnia del finto anello
Danny e Katherine sono amici, colleghi, complici di un inganno ai danni di una povera ventritreenne senza arte né parte, tranne ovviamente un fisico perfetto. Danny è un chirurgo plastico dal cuore spezzato che usa una fede nuziale come arma da rimorchio, ed è rimasto incastrato nel suo stesso inganno proprio con la donna dei suoi sogni. Katherine è la sua assistente, madre di due pargoli, vittima di un gioco di ruolo troppo seducente. Un viaggio alle Hawaii rimescolerà le carte e darà vita a una serie di bugie destinate a crollare una sull'altra…
La commedia delle bugie
Mia moglie per finta è la tipica commedia americana che punta più su un cast stellare che sui contenuti. Danny è Adam Sandler, un personaggio meschino, cinico e manipolatore, che cerca disperatamente di raggiungere il suo obiettivo a ogni costo durante le due interminabili ore di film.
Jennifer Aniston invece è Katherine, la sua assistente, amica, e l'unica gonnella alla quale non abbia mai mentito. Una donna seria e impegnativa che andrà scoprendo pian piano le sue carte, nel gioco delle parti che la trasforma da vittima a carnefice in un prevedibile scambio di ruoli in cui le bugie dell'uno tenderanno a sovrapporsi a quelle dell'altro, nel tentativo di creare una commedia degli equivoci che andrà perdendo il suo ritmo in scene troppo lunghe e battute ai limiti della banalità.
Le Hawaii sono il felice sfondo in cui si sposta la vicenda, per regalare allo spettatore un po' di piacere visivo che vada oltre la bellezza della protagonista e della sua antagonista Palmer, interpretata dalla modella Brooklyn Decker, alla sua prima prova cinematografica.
Piacevoli sorprese sono Bailee Madison e Griffin Gluck, ovvero Maggie/Kiki e Michael/Bart, i bambini che interpretano i figli della Aniston, nonché falsi figli di Sandler. A loro sono affidate le trovate più curiose e i passaggi più divertenti. Saranno il motivo del viaggio alle Hawaii e il motore di una storia in cui tutte le fantasiose bugie degli adulti prenderanno vita nel meno probabile e quindi più scontato dei modi.
La presenza nel cast di una Nicole Kidman inedita e quantomeno insolita non regala particolari emozioni, e pur non togliendo nulla alla carriera della grande attrice, di certo non le permette di brillare, nonostante la sua interpretazione della cattiva e falsa Devlin faccia sorridere nel tentativo di riportare un'icona allo stesso livello di una comunissima donna qualsiasi.
Un film che sa di già visto e non regala grasse risate, ma piuttosto sorrisi forzati per un finale già intuibile sin dai primi minuti: adatto a una visione fra le mura domestiche di casalinghe disperate, più che a una sala cinematografica.