A Roma con amore
Quattro storie che si svolgono in quel di Roma.
Gli americani Jerry (Woody Allen) e Nancy (Judy Davis) sono una coppia in viaggio a Roma per conoscere i futuri suoceri, dato che la figlia ha deciso di sposare un italiano.
Leopoldo Pisaniello (Roberto Benigni) è un uomo che, senza nessuna ragione plausibile, si ritrova a essere famoso e celebrato come una star.
L’architetto californiano John (Alec Baldwin) incontra un suo ammiratore, il giovane architetto Jack (Jesse Eisenberg) che ha problemi a gestire l’attrazione verso Monica (Ellen Page), la migliore amica della sua ragazza.
Antonio e Milly (Alessandro Tiberi e Alessandra Mastronardi) sono una giovane coppia di Pordenone arrivati a Roma in cerca di un’opportunità. Le loro vite saranno sconvolte dall’incontro con una escort (Penelope Cruz) e un divo del cinema (Antonio Albanese).
Woody l’italiano
A volte bastano le poche immagini di un trailer per condannare senza appello un film. Purtroppo è questo il caso per To Rome With Love, nuova opera di Woody Allen.
Primo film del regista newyorchese interamente girato in Italia (secondo, considerando la parentesi veneziana di Tutti dicono I love you), To Rome With Love è affetto da alcuni difetti endemici dell’italianità applicata al cinema (e non solo): una messa in scena sciatta e svogliata, una costruzione narrativa superficiale e scricchiolante, professionalità delle forze in campo a corrente alternata (clamoroso esempio, in tal senso, il doppiaggio frettoloso e in alcuni casi fuori sincrono), una confusione e una cialtroneria auto-indulgente di fondo.
Inizialmente il film di Woody Allen doveva essere infatti una rivisitazione in chiave contemporanea delle novelle del Decameron di Boccaccio, ma di questa linea narrativa si sono completamente perse le tracce nella trasposizione finale. Si è lasciato posto invece a una pellicola a episodi, scollegati tra loro, latori di una riserva di idee ormai cronica per Woody Allen.
L’episodio con Alec Baldwin, Jesse Eisenberg ed Ellen Page è chiaramente un riadattamento forzoso e poco ispirato di Provaci ancora Sam, con Baldwin a fare da voce della razionalità come a suo tempo lo fu Humprey Bogart. Quello con Allen e Judy Davis (decisamente il migliore dei quattro) si rifà alle origini del cinema allenniano con tanto di derivazione comica surreale (il tenore impegnato in una mise quanto meno non convenzionale). La storia dei due sposini friulani sconvolti nella loro monotonia da star del cinema ed escort richiama Lo sceicco bianco di Fellini. L’episodio che vede protagonista Roberto Benigni è poco più che una scherzosa riflessione, poco sentita e arrabattata in fretta e furia, sulla vacuità e l’effimeratezza del successo che può cogliere individui anonimi e senza alcuna qualità.
To Rome With Love è un film alimentare, scritto e girato con approssimazione con il solo scopo di monetizzare il più possibile la compresenza sullo schermo di due attori e registi di culto come Allen e Benigni (benché i due non siano mai in scena contemporaneamente) e una Roma ripresa con il taglio dell’illustrazione turistica. Si capisce fin dalle prime immagini come l’urgenza primaria che abbia mosso Allen a girare questo film sia esclusivamente quella di aggiungere un ulteriore tassello alla sua mastodontica filmografia (43 film in 43 anni) e poco più.
Eppure proprio il ritorno davanti alla macchina da presa di Woody Allen è uno dei pochissimi pregi del film: il regista newyorchese (doppiato assai bene da Leo Gullotta che sostituisce egregiamente il compianto Oreste Lionello, unica nota positiva di un doppiaggio per il resto pessimo) mostra di non aver perso la propria verve attoriale e si riserva le migliori battute dello script, aggiornando il suo campionario di tic e nevrosi con espressioni di continuo straniamento e sbigottimento.
Lo stesso non si può dire della prova di Roberto Benigni, cui la lontananza di sette anni dal set cinematografico non ha fatto certo bene. L’attore toscano pare svogliato, poco convinto e coinvolto dal suo personaggio e dalla storia che lo vede protagonista. E noi spettatori non possiamo essere altrimenti.
Un passo indietro, anzi un ruzzolone rispetto al bellissimo Midnight in Paris, pellicola splendida che rivitalizzava una fase della filmografia allenniana definibile, a esser generosi, mediocre.
Midnight in Paris, quindi, una mosca bianca nella produzione recente di Allen? A giudicare da To Rome With Love, parrebbe proprio di sì.